Sesto Fiorentino, 18 febbraio 2021
A Sesto e Calenzano le cerimonie-Commozione e applausi I 100 ANNI DI ALFREDO MARTINI FUORICLASSE DELLA VITA
SESTO FIORENTINO – Non è esagerato definire che l’Italia intera ha ricordato oggi i 100 anni dalla nascita di Alfredo Martini, leggendario c.t. azzurro per 23 anni, figura mitica dello sport italiano nel mondo.
Basta vedere quanti sono stati i messaggi i ricordi, le testimonianze, ospitate dai vari social, dedicati a questo personaggio inarrivabile per dignità e onestà, quanto bravissimo nel ciclismo al quale ha dedicato 80 anni della sua vita, soprattutto per gli altri.
Due i momenti di rilievo ed anche emozionanti che hanno segnato il 18 febbraio 2021.
Il primo nella sua Sesto Fiorentino dove ha abitato per tantissimi anni, dove presso la Biblioteca Ragionieri si è tenuto il ricordo istituzionale con il presidente della Regione Toscana Eugenio Gianni che ha definito Martini “un fuoriclasse della vita”.
Per il sindaco di Sesto Lorenzo Falchi presente anche il vice ed assessore allo sport Damiano Sforzi, Alfredo è stato “non solo un grandissimo nello sport e del ciclismo, ma anche uomo che saputo indicare a tutti la strada giusta”.
Il presidente della Federazione Ciclistica Italiana Renato Di Rocco Martini è stato “immenso, ha dato tantissimo al ciclismo e alla Federazione che non lo dimenticherà mai”.
Di Rocco ha voluto ricordare un aneddoto di Alfredo negli ultimi tempi. “Caro presidente tutti coloro che vengono a farmi visita dicono che sto bene.
Mi toccherà alla fine morire stando bene di salute”.
Nella sala della biblioteca, le due figlie di Martini, Silvia e Milvia, i nipoti e sette campioni del mondo del pedale: Giuseppe Saronni (1982), Moreno Argentin (1986), Maurizio Fondriest (1988), Gianni Bugno (1991 e 1992), guidati da Alfredo, più Mario Cipollini (2002), Paolo Bettini (2006 e 2007), Alessandro Ballan (2008) definiti “figli” di Martini.
Mancava il solo Francesco Moser (1977) per un improvviso impegno. Tra i presenti il presidente del Comitato Toscano di ciclismo Saverio Metti, e Marco Mordini, suo fido accompagnatore e scudiero.
Da Sesto a Calenzano (a proposito di questo tragitto la pista ciclabile sarà intitolata a lui) per la premiazione agli iridati del ciclismo al Design Campus dell’Università di Firenze, dove Martini è stato celebrato come maestro e uomo di sport, alla presenza del sindaco di Calenzano Riccardo Prestini, del C.T. azzurro Davide Cassani “quanto ho imparato da lui e quanti insegnamenti mi ha dato quale inimitabile maestro”, degli ex campioni Andrea Tafi e Daniele Bennati, di Franco Vita, per oltre mezzo secolo al suo fianco, autista in mille trasferte. Ed anche qui emozioni e applausi.
Antonio Mannori
Tanto è stato scritto e raccontato sulla figura del Presidente onorario della Federazione Ciclistica Italiana. Soprattutto sono tante le testimonianze di chi l’ha conosciuto ed ha apprezzato la sua grande umanità, la sua profonda sensibilità e l’acutezza dei suoi ragionamenti.
Ricordare Alfredo Martini, in questi giorni, rappresenta il miglior antidoto allo sconforto e soprattutto un incoraggiamento a guardare il futuro con ottimismo. La sua storia personale, da ciclista, tecnico e dirigente è quanto mai attuale. Perché Alfredo è stato un uomo di sintesi. Da atleta gregario di campioni all’opposto, riuscendo ad esaltarne le doti e a mitigarne gli eccessi. Da tecnico ha compiuto i suoi capolavori, facendo coesistere e vincere personalità diverse e distanti. Da dirigente ha reso più forte il ciclismo e la Federazione Ciclistica.
Il suo vero successo è stato quello di rappresentare una sola Italia, in nome dell’amicizia e del rispetto. Ha contribuito alla pacificazione culturale del nostro Paese in un periodo in cui lo sport (e il ciclismo in particolare) veicolava messaggi più veloci di qualsiasi altro mezzo.
I suoi 100 anni anni, che cadono proprio a ridosso di una stagione difficile (che alcuni hanno paragonato ad una guerra) ci suggeriscono proprio questo: per superare le difficoltà, per vincere, bisogna trovare la sintesi tra posizioni diverse, a volte contrapposte, parlando con la voce del cuore. (au)