Rozzano, 19 febbraio 2022
Buongiorno e bentrovati a tutti gli amici di PEDALE TRICOLORE.
Sabato19 febbraio 2022 presso la location di Rozzano BIG KART; vale a dire la BIKE INTERNATIONAL GAIARDONI nata per ospitare i cicloamatori su due ruote ed in seguito adattata a pista di Kart, si è svolto un confronto tra antropologi, ex ciclisti professionisti, cicloamatori, associazioni per la mobilità sostenibile sulle tematiche e sulle pratiche sociali della bicicletta.
Presenti in sala:
ADRIANO FAVOLE (antropologo -università di Torino)
MASSIMO PIROVANO (antropologo Museo Etnografico Alta Brianza)
MARINO VIGNA (ex ciclista professionista e dirigente ciclistico)
CLAUDIO CORTI (ex ciclista professionista e dirigente ciclistico)
ROSSELLA GALBIATI (ex ciclista professionista dirigente ciclistica e promotrice insieme al marito ed al suo Team Cicli Esposito del progetto “EDUCICLYNG” una vera e propria scuola per la formazione e l’educazione dei giovani verso il ciclismo.
PAOLO TAGLIACARNE (dirigente ciclistico pedale ZANAZZI TURBOLENTO)
FABRIZIO BUCCINI (responsabile team POLIZIA Milano).
un rappresentante della FIAB di Lecco.
Dopo la presentazione dei partecipanti da parte di Massimo Pirovano, antropologo ed ex corridore dilettante, comunicate le defezioni dell’associazione massa marmocchi, del rappresentante di una società di corrieri in bicicletta e dell’antropologo Simone Ghezzi sostituito dal collega LUIGI URRO, inizia il dibattito.
Ma come mai degli antropologi si occupano della bicicletta?
Anzitutto in quanto loro stessi ne sono parte attiva , vale a dire dei pedalatori studiosi dell’uomo sul campo, per scoprire le usanze, le abitudini delle persone e la cultura del mezzo che trasmette all’uomo stesso.
Sul campo, nel nostro caso in bicicletta, si studiano, si osservano i comportamenti umani. La bicicletta è un gioco, diversi antropologi hanno verificato i vari comportamenti di questo che è stato da loro definito “gioco” sia per i bambini come per gli adulti.
ROSSELLA GALBIATI è la prima a prendere la parola e a spiegare il motivo del suo innamoramento verso le due ruote.
Una pura casualità all’inizio mi dedicavo allo sci soprattutto alle discese, poi una volta salita in bici non l’ho più mollata.
Ho iniziato a 18 anni, tardi ma grazie ad Alfredo Bonariva alla sua passione e alle compagne di squadra ,la mia vita sportiva è stata sconvolta.
Basta sci, il ciclismo è diventato la priorità assoluta, era una sfida con me stessa, tanti sacrifici, tanta fatica ma ne è valsa la pena.
La bici mi ha insegnato a conoscere me stessa anche come donna.
Non mi sono fermata qui, ho conosciuto l’ambiente amatoriale e successivamente insieme a mio marito abbiamo deciso di portare la nostra esperienza ai giovani, ai ragazzi e qui e’ nato il progetto EDUCICLYNG.
E bello vedere dei ragazzi imparare come gestire un mezzo meccanico, osservare i loro progressi, condividere le loro aspettative, qui mi riallaccio a quanto detto da Vincenzo Nibali; NOI SIAMO EDUCATORI, spesso e volentieri ci sostituiamo alla famiglia.
E quando sarà il momento speriamo di vedere uno dei nostri allievi sfondare nel professionismo.
Insieme a Marino Vigna abbiamo coinvolto anche i ragazzi delle scuole di Rozzano, abbiamo insegnato loro i segnali stradali, il comportamento da tenere in strada di un ciclista urbano.
MARINO VIGNA: Inizio col raccontare la storia di questa pista, in quanto doveva essere una scuola di ciclismo, il nome della pista: “BIG” bike international Gaiardoni era stato scelto di proposito, un circuito esterno ed uno interno 800 e 500 metri, tuttavia i ciclisti della domenica desideravano avere le curve rialzate e di conseguenza tutto l’impianto non ha avuto gli effetti sperati e la pista è stata riadattata ai Kart.
Io sono nato in un negozio di bici, mio padre aveva la bottega alla Cagnola in piazza Firenze a due passi dal Vigorelli, però le mie prime esperienze su pista le ho avute al Palasport in piazza VI Febbraio, da dilettante non ero un pistard ero più uno scalatore, vincevo spesso quando le corse arrivavano in salita, mio padre mi indirizzò verso quella specialità.
Ricordo le prime volte mentre imparavo che campioni già affermati come ORIANI e PINARELLO mi trascinavano in cima alla curva rialzata del velodromo per vedere come mi comportavo ed io timoroso affrontavo la discesa con la speranza di non cadere.
l’Handicap fu la mia prima gara su pista, oggi non la si fa quasi più, partiva un corridore alla volta distanziato di dieci metri uno dall’altro, dal momento che ero un pivello mi fecero partire per primo e non mi ripresero più.
Mio papa’ vinse la coppa Italia nel 1920 insieme a BESTETTI, UGO BIANCHI, e GUIDI il nonno di JONNY DORELLI, un quartetto rimasto famoso nel tempo.
Non avevo mai pensato di essere in grado di vincere una medaglia olimpica, ma con l’andare del tempo e la passione, sono riuscito ad arrivare dove sono arrivato.
Ho un rammarico quello di aver smesso troppo presto a 29 anni.
Fiorenzo MAGNI mi ha voluto a tutti costi d.s. alla FAEMA e per tre anni sono stato direttore sportivo dei più grandi campioni di allora in maglia biancorossa: MERCKX, ADORNI, ZILIOLI in una squadra da sogno.
E’ la volta ora di CLAUDIO CORTI bergamasco di Curno.
io sono stato indirizzato da piccolo, verso il ciclismo, i miei due fratelli correvano già e mio padre ci portava a vedere le loro gare.
Cosi’ mi sono appassionato, nel 1971 alla prima gara con la polisportiva Curno pioveva e la corsa non si disputo’ nel pomeriggio quando smise di piovere, mentre i miei amici andarono al cinema, io presi la mia bicicletta ed andai ad allenarmi, evidentemente avevo già una predisposizione per le due ruote.
Nella mia testa al contrario di Marino pensavo di vincere, mi impegnavo con tutto me stesso.
Avevo il pallino delle corse di un giorno, mi piaceva collezionare maglie, ho vinto due campionati italiani di professionisti, una maglia iridata nei dilettanti e sono arrivato secondo dietro a CLAUDE CRIQUIELION nel 1984 a Barcellona.
Ci pensavo da tre mesi a quella corsa ed in gara non ho sbagliato una mossa; a questo punto interviene Marino Vigna che ci racconta come è andato il finale. Il belga aveva un centinaio di metri di vantaggio, la giuria lasciò passare l’ammiraglia del Belgio che volente o nolente in qualche modo aiutò l’azione del fuggiasco, mentre impose l’alt all’ammiraglia italiana alla cui guida c’ero io, fuori dalla grazia di Dio, soltanto l’intervento del c.t. di allora Alfredo Martini riusci’ in qualche modo ad evitarmi una manovra pericolosa che avrebbe potuto procurarmi seri guai.
Riprende la parola Claudio Corti ,con me correvano BUGNO, ROMINGER, MOSER, sono stato una persona fortunata, perchè ho lavorato nel mio ambiente, come corridore, come tecnico e come scopritore di talenti in paesi dove la bicicletta era considerata solo uno strumento per spostarsi, mi riferisco al SUDAFRICA e alla COLOMBIA .
A quei tempi corridori veri e propri erano rari, poi grazie anche all’intervento del governo colombiano si è riusciti ad avere una vera squadra di professionisti la COLOMBIA con sede ad ADRO in Italia e diretta per quattro anni dal sottoscritto. FABIO DUARTE, LEONARDO DUQUE,MIGUEL ANGEL RUBIANO e SOLER i nostri migliori atleti.
PAOLO TAGLIACARNE dirigente ciclistico PEDALE ZANAZZI TURBOLENTO, ricorda quando inizio’ ad appassionarsi alle due ruote andando ad acquistare una COLNAGO con cinquecentomila lire in tasca, di quando fondò il suo TURBOLENTO, quando organizzò manifestazioni ciclistiche come MILANO CHE PEDALA e l’attuale INSEGUI IL SOLE da est a ovest che ancora oggi si disputa il giorno del solstizio estivo, si parte da CESENATICO all’alba e si arriva a TIRRENIA poco prima del tramonto del sole seguendo strade “zitte”.
Sottolinea l’importanza dell’insegnamento nelle scuole dell’EDUCAZIONE FISICA che purtroppo spesso e volentieri viene bistrattata.
Marino VIGNA aggiunge che se il velodromo Vigorelli esiste ancora il merito è loro che insieme a GAIARDONI raccolsero al salone del ciclo e motociclo una petizione con moltissime firme per la ristrutturazione dell’impianto. A questo punto anche Rossella GALBIATI interviene per ribadire il concetto dell’immobilismo dei vari sindaci e dei vari assessori riguardo allo storico impianto.
Poteva essere una scuola per i ragazzi, avevamo creato a nostre spese una cooperativa per dar modo di far rivivere il Vigorelli e nel contempo mettere al sicuro i nostri giovani ma purtroppo alle autorità milanesi la cosa non interessava.
Per me il VIGORELLI resta ai giorni nostri una cattedrale nel deserto.
FABRIZIO BUCCINI responsabile del Team Polizia ci racconta il suo incontro con la bici, avvenuto per l’organizzazione di un memorial a favore del padre di un collega deceduto che era un ciclista.
Organizzare poi è stato abbastanza facile sfruttando il nome POLIZIA il ministero degli interni ci ha spianato la strada, una cosa utile è avere un’assicurazione che penso sia indispensabile per la tutela di tutti.
Il team polizia Milano da sei anni organizza l’ambrosiana una manifestazione ciclostorica, che si prefigge di far scoprire il territorio nel sud dell’Hinterland milanese, da quest’anno la sua denominazione sarà: AMBROSIANA CICLOSTORICA CICLI PEPPINO DRALI, inoltre ci stiamo inserendo nel mondo del cicloturismo per valorizzare e far conoscere i territori.
La nostra passione si traduce nelle attività del team.
Le cose da dire, da ricordare sarebbero moltissime ancora, dal giro del Capo in Sudafrica fatto da Claudio Corti e Marino Vigna, alle storie dei colombiani trapiantati in Italia, tuttavia la conferenza volge al termine e mentre fuori sulla pista BIKE INTERNATIONAL GAIARDONI umida di pioggia recente ,RICCARDO ZUCCHI giovane atleta della GALBIATI CICLI ESPOSITO insieme al padre anella giri, Claudio Corti omaggia una maglia della sua COLOMBIA TEAM appartenuta a FABIO DUARTE ai due antropologi dell’università torinese e della Bicocca.
Noi ci congediamo non prima di aver scattato le consuete foto ricordo di questa piacevole ed interessante conferenza.
DA ROZZANO per PEDALE TRICOLORE
ALDO TROVATI