Magreglio (Como), 06 giugno 2024
LA VISITA DI CHRISTIAN PRUDHOMME: “HO FINITO I SORRISI FRA SANTUARIO, MUSEO E MOSTRA AL GHISALLO. BRAVI, IL VOSTRO È UN GRANDE SUCCESSO DI SQUADRA. GRAZIE”
CHRISTIAN PRUDHOMME: “Mi credete se vi dico che ho finito i sorrisi per questo museo? Per la mostra, per il santuario, per Magreglio? Per questo amore per la storia del ciclismo fatta prima di tutto da grandi campioni italiani. Qui si respira il cuore del ciclismo e si capisce bene che questo è il frutto di un grande lavoro di squadra: amici, organizzatori, giornalisti, campioni, famiglie di campioni, collezionisti e istituzioni: mi sono trovato di fronte una platea appassionata che testimonia il valore di tutto questo, della storia e di quello che stiamo facendo. Anche della nostra storia contemporanea: con il Tour de France che parte in Italia, dove si realizza il mio sogno personale e anche quello di Davide Cassani”.
“Rimasi colpito dal livello qualitativo del mondiale in Emilia Romagna nel 2020, colpito dal successo e dalla bravura degli organizzatori capaci di mettere in scena un mondiale di altissimo livello in epoca di Pandemia, il mondiale di Imola. E poi, diciamolo, vinse anche un francese, un certo Julian Alaphilippe (la battuta è, sorridendo, ndr). Così, mi dissi, non è possibile che il Tour sia partito all’estero un po’ ovunque tranne che dall’Italia”.
“Ed ecco che è stato realizzato il sogno, un atto dovuto ad un Paese così importante per il ciclismo e la sua storia come questo. Girando nel Santuario e poi perdendosi nel grande Museo e nella mostra, dedicata al Tour de France, mi sono reso conto che è così bello che non finiresti mai di soffermarti su un cimelio, una bicicletta di Merckx o di Bartali o su una maglia gialla di Coppi, di Magni, di Pantani. Bravi a tutti e grazie per avermi ospitato qui”.
“Un grande onore per noi avere il direttore del Tour, oggi, qui, ringrazio tutti per questo omaggio che testimonia il valore internazionale del nostro museo, che è la casa dei ciclisti, di tutti i ciclisti del mondo”, ha detto Antonio Molteni presidente della Fondazione Museo del Ghisallo.
IL DIRETTORE DEL TOUR DE FRANCE AL MUSEO DEL GHISALLO
Presso la sala Conferenze del Museo del Ciclismo Madonna del Ghisallo di Magreglio (CO) è stato organizzato un incontro con il direttore del Tour de France Christian Prudhomme, giunto appositamente dalla Francia per questa visita speciale, facilitata dal giornalista amico Beppe Conti. Prudhomme ha dedicato foto, interviste, strette di mano, sorrisi a tutti gli intervenuti, una platea di 80 persone che hanno affollato la sala conferenze, proprio davanti alla Mostra Ghisallo In Giallo che racconta la storia e l’epopea del Giro di Francia, inaugurata lo scorso 20 aprile (fino a settembre).
Il direttore della Grande Boucle è salito al Ghisallo di Magreglio a poche settimane dalla grande partenza del Tour in Italia per fare scattare (quasi una benedizione della Madonna del Ghisallo) il Tour che parte il 29 giugno in Italia, ha scelto un luogo che rappresenta storia e futuro del ciclismo.
All’incontro in sala conferenze con il direttore del Tour Christian Prudhomme, con il presidente di APT Emilia Romagna, Davide Cassani, autorità, collezionisti, amici e giornalisti, per dare il benvenuto al Tour valorizzando la storia e il presente del Giro di Francia.
La Casa dei Ciclisti, fondata da Fiorenzo Magni il 14 ottobre 2006 è diventata ancora più internazionale in questa giornata ufficiale e di gemellaggio Italia-Francia dove a fare gli onori di casa, oltre al presidente della Fondazione Museo del ciclismo Madonna del Ghisallo, Antonio Molteni con la direttrice del Museo Carola Gentilini, sono intervenuti Alessandro Fermi, assessore all’Università Ricerca e Innovazione di Regione Lombardia che ha portato i saluti del presidente Fontana, ricordando come il Museo sia stato fondato con Regione Lombardia, Danilo Bianchi, sindaco di Magreglio e per la prima volta anche François Bonet, Console Generale di Francia che ha elogiato il luogo e l’occasione speciale di questo gemellaggio ciclistico Italia-Francia .
Storia e presente dell’Italia del ciclismo hanno caratterizzato questo incontro che ha aperto le porte alla 111 ma edizione del Tour, dal 29 giugno 2024, con l’inedita partenza dall’Italia, con le sue 3 tappe iniziali: la Firenze-Rimini, la Cesenatico-Bologna, la Piacenza-Torino in ricordo di Bartali, Pantani e Coppi.
All’incontro hanno preso parte Elisabetta Nencini e Marina Coppi, figlie dei mitici campioni Gastone e Fausto. A sorpresa è arrivato anche il campione Gianni Motta che ha posato con una maglia di lana “Molteni” fra le mani. In rappresentanza dei Musei del Ciclismo e delle collezioni private, Roberto Livraghi direttore del Museo Alessandria Città delle Biciclette, Giancarlo Pietra e Giorgio Cimurri, Marc André Elsig, che ha emozionato tutti portando un cappello di spugna originale di Fausto Coppi, fra gli organizzatori Renzo Oldani, presidente Tre Valli Varesine, Gianni Torriani figlio di patron Vincenzo, fra i tecnici Roberto Damiani e Gianluigi Stanga.
Beppe Conti, giornalista, scrittore e storico di Raisport ha emozionato tutti con il racconto dell’epopea del Tour de France fra i cimeli, le immagini, la storia, della mostra Ghisallo in Giallo: tutto il racconto del Giro di Francia in un allestimento di successo a poco più di un mese dalla sua inaugurazione.
Fra gli amici del Museo presenti anche molti sponsor e sostenitori in rappresentanza della Banca BCC e di Trafil Spec ITS, poi Astoria Vini, Pinarello, Santini (Con Monica Santini) e Colnago, che oggi ha presentato a Pitti Immagine di Firenze la speciale Colnago di Pogacar per il Tour de France. Fra i sostenitori presente il presidente della Ciclistica Erbese Gabriele Ceruti, il presidente del Pedale Lecchese Massimo Adobati, il presidente del CC Canturino 1902 Paolo Frigerio, presenti anche Lino Basilico presidente Gruppo Sportivo Ghisallo con Mirco Monti, e il presidente della Fondazione Fabio Casartelli Gianluigi Luisetti, per l’ACCPI Gabriele Landoni, per la FCI il presidente provinciale di Lecco Carlo Redaelli.
Per informazioni Luciana Rota
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