UOMINI OPEN – Ci deve essere un legame speciale tra Ferentino, il Giro d’Italia Ciclocross e Cristian Cominelli (Scott). Un triangolo amoroso che giova al bresciano, che qui è particolarmente a suo agio: ne è dimostrazione la vittoria di classe che ha ottenuto sul percorso ciociaro, la terza in sue tre partecipazioni. E se è pur vero che la maglia rosa è particolarmente a suo agio quando c’è da correre a piedi (in fondo è nato podista), bisogna riconoscere che alle Molazzete ha vinto anche con l’asciutto e la velocità. Il successo della maglia rosa ha un sapore speciale, perché è il primo in questa edizione del GIC dopo una serie ininterrotta di (certamente fruttuosi) piazzamenti. «Tre volte che corro qui e tre vittorie – spiega Cominelli – Quando c’è così tanto da fare a piedi io emergo, ma avevo vinto anche sull’asciutto. Sono contento dopo tanti secondi posti di portare a casa la vittoria e conservare la maglia rosa; questo era l’obiettivo. Ora ho qualche punto in più, non era semplice in una giornata d’altri tempi ma ci siamo riusciti». Secondo a oltre un minuto si è piazzato il tricolore Jackob Dorigoni (Selle Italia Guerciotti Elite), ma la vera sorpresa di giornata è la sbalorditiva prestazione di Luciano Rota (Development Guerciotti), che per lungo tratto ha anche guidato la gara. Una gara strana (in cui al via c’era anche il rientrante Gioele Bertolini) che ha visto sovvertiti molti valori in campo e una partenza sprint sia del lombardo Rota che del trentino Andrea Martinelli (outsider anch’egli), entrambi molto a loro agio nei tratti podistici, come conferma il portacolori della Delopment Guerciotti: «Mi dicono sempre che ho sbagliato sport, ma a me piace il ciclismo ed eccomi qua. Sono partito un po’ male, mi sono incastrato con un collega e mi sono ritrovato nelle retrovie. La foga del momento mi ha fatto guadagnare subito, ho sentito di star bene e mi sono portato sulla testa della corsa. Poi è risalito fortissimo Cristian e dopo di lui Jackob, il loro ritmo era troppo forte e sono andato via del mio, cerando di mantenere il podio». Seppur ai piedi del podio (4°) una grande prestazione è stata quella di Luca Cibrario (Development Guerciotti), anch’egli particolarmente a suo agio sui terreni più difficili. Maglia rosa ancora sulle spalle di Marco Pavan (oggi meno brillante del solito).
DONNE OPEN – Giornata di grandi rientri: oltre alle consuete protagoniste del GIC si rivedono ai nastri di partenza delle vecchie conoscenze del ciclocross italico. Ci sono infatti Rachele Barbieri, Silvia Persico e Chiara Teocchi. È proprio la bergamasca a fulminare tutte in partenza e a dominare il primo giro, salvo poi essere ripresa dalla coppia scatenata di casa Guerciotti, Francesca Baroni e Gaia Realini, che hanno impresso alla gara un ritmo insostenibile per le altre. Solo Silvia Persico (Valcar) ha provato a tenere il ritmo per poi consolidarsi saldamente in terza posizione. Correndo per penultime e dopo ben sei gare le ragazze hanno trovato un percorso particolarmente impegnativo, non pochi i ritiri di spessore, come quello di Casasola e Rumac. Nelle fasi finali l’allungo decisivo della maglia rosa ci consegna questa classifica:1^ Francesca Baroni (Selle Italia Guerciotti Elite); 2^ Gaia Realini (Selle Italia Guerciotti Elite); 3^ Silvia Persico (Valcar). La Baroni ha commentato: «Sono partita male, non sono riuscita ad attaccare il pedale, ma ho rimontato subito, ho cercato di controllare le forze perché su un percorso così particolare dove c’era tantissimo da correre a piedi bisognava stare attenti. All’ultimo giro, con Gaia, ho pensato: o la va o la spacca. Mi è andata bene, ma è stata davvero una gara dura, dura dura. Sono contenta di aver vinto e desidero dedicare questa vittoria alla mia migliore amica Elena, con cui purtroppo non riesco a vedermi spesso, le avevo promesso una vittoria e poi vorrei salutare mia mamma che oggi mi ha seguita da casa». Si conferma maglia bianca Alice Papo.
JUNIORES – Altra gara decisamente imprevedibile è stata quella degli uomini juniores, con il primo e il secondo della generale (Cancedda e Carrer) che non sono mai riusciti a riemergere discretamente dal fango pesante, lasciando che la corsa generalmente più incerta del tabellone generasse il sesto vincitore diverso in sei appuntamenti. È infatti Matteo Siffredi (Development Guerciotti) a porre il sigillo, con una fuga solitaria durata metà gara e insidiata nel finale dallo strepitoso recupero del beniamino di casa Federico De Paolis (Race Mountain Folcareli). «É stata una gara dura, sapevo di dover tenere qualcosa per l’ultimo giro. Ci sono riuscito e si è rivelata una bellissima gara» ha commentato il vincitore, mentre De Paolis, gli ha fatto eco: «Ho corso in casa e con il percorso così fangoso ho ottenuto un secondo posto splendido, sospinto dal mio pubblico. Un’emozione indescrivibile». Il terzo gradino del podio è prezioso per Enrico Barazzuol (Rudy Project) che così torna in possesso del simbolo del primato. Ora la maglia rosa ha 9 e 17 punti sugli inseguitori. Vista l’imprevedibilità di questa categoria e del ciclocross in generale si può dire che sia tutto aperto: «Tornare in maglia rosa è una grandissima soddisfazione, ma adesso tocca mantenerla – ha commentato Barazzuol – Per questo vi do appuntamento a Sant’Elpidio a mare il 6 gennaio per il gran finale del Giro d’Italia Ciclocross».
ALLIEVI M/F – Non c’è storia, battere Ettore Prà (Hellas Monteforte) sta diventando alquanto difficile, nonostante l’imprevedibilità del cross il veronese riesce a emergere in tutti gli scenari, anche se si tratta di un lago di fango. La maglia rosa vince agevolmente (si fa per dire) in quel di Ferentino, precedendo Tommaso Cafueri (Acido Lattico Team) e Simone Vari (Race Mountain Folcarelli).
Molto bene le ragazze, con Federica Venturelli che si impegna con successo per riprendersi la maglia rosa dalle spalle di Arianna Bianchi, decisamente sottotono su un tracciato come quello odierno e fuori dal podio. La lombarda del team Fiorin centra l’obiettivo grazie al secondo posto al traguardo, ma i più calorosi applausi sono da tributarsi a una splendida Giulia Rinaldoni (Team Cingolani), che al termine di una gara condotta sempre in solitaria coglie a Ferentino il primo successo in una tappa del Giro d’Italia Ciclocross, facendo emergere doti da equilibrista nei tratti più impervi. Terza Valentina Corvi (Melavì Tirano Bike).
ESORDIENTI M/F – È un lampo neroverde quello che squarcia il liquido fango di Ferentino e regala alla Jam’s Bike Team Buja uno bellissimo successo tra i più piccoli: Ettore Fabbro coglie la sua prima perla al GIC dopo una gara di spessore, guidata sin dalle prime fasi. Fabbro ha sfumato il monocolore Da Rios che durava ormai da cinque tappe consecutive. Il veneto della Sanfiorese ha limitato i danni concludendo in seconda posizione, mentre terzo è Mattia Gagliardoni Proietti (Nestor Masciano).
Tra le ragazze emerge una inaspettata ma eccellente outsider proveniente dall’Emilia Romagna: vince Elisabetta Lunghi (Val D’Enza Aktiv Team) sulla maglia rosa Elisa Ferri (Olimpia Valdarnese), mentre Angelica Coluccini (San Miniato Ciclismo) conquista per la prima volta un podio nel Giro d’Italia Ciclocross.
MASTER – Folla di cicloamatori per il Parco delle Molazzete. Oltre 150 i partenti tra i master, divisi in due gare separate. Tra i master di seconda fascia continua il monocolore Folcarelli: il laziale Massimo ingrana la sesta e firma l’ennesimo successo consecutivo, precedendo Graziano Bonalda e Ezio Cameli. Incredibilmente fuori dalla top 15 il secondo in generale, Carrer, autore di una prestazione opaca. In prima fascia fa festa la maglia sempre più rosa Fabrizio Trovarelli, che riesce ad avere la meglio di Marco del Missier e Matteo Cancherini. Spettacolo puro tra le donne, con Ania Bocchini che, vincendo, è quasi riuscita nell’impresa di strappare la maglia dalle spalle di Sabrina di Lorenzo. La laziale si è difesa portando a casa l’unico risultato utile alla causa: il secondo posto in volata su Sara Maggiorana. |