Agliano Terme (Asti), 01 marzo 2019
Intervista a Marino Vigna
Un saluto a tutti gli sportivi che dalla rete ci seguono su PEDALE TRICOLORE; purtroppo per le note vicende del COVID 19 e la completa assenza di competizioni ciclistiche, non siamo riusciti a svolgere il nostro lavoro.
Tuttavia giusto per non perdere il gusto di parlare di ciclismo,VITO BERNARDI ed IO vi proponiamo un pezzo inedito fatto lo scorso anno presso l’Azienda Agrituristica “Vallerotonda” ad AGLIANO TERME; un paesino di 1.700 abitanti, adagiato sulle colline astigiane centro d’eccellenza per la produzione vinicola.
Conosciuto per aver la miglior terra di coltivazione per UVA BARBERA e per essere stato riconosciuto tra i territori facenti parte del PATRIMONIO MONDIALE dell’UNESCO.
Siamo nell’agriturismo VALLEROTONDA di Giancarlo Chirotti e figlio che ogni anno, insieme alle autorità e, agli imprenditori locali, alla stampa piemontese e lombarda, amanti del ciclismo, ospitano un Revival di ex campioni, delle due ruote, arricchito dalla presenza di CLAUDIO SALA indimenticabile centrocampista della nostra NAZIONALE, nel MONZA, poi nel NAPOLI e successivamente dove forse ha vissuto il suo miglior periodo nel TORO.
Torino gli e’ rimasta nel cuore, infatti ci vive e ci abita con sua moglie, signora NUNZIA conosciuta durante il periodo napoletano e i suoi due figli. IL POETA DEL GOAL cosi’ veniva chiamato Claudio,per i suoi lunghi lanci verso i gemelli del goal PULICI e GRAZIANI che trasformavano in rete i precisi e millimetrici passaggi del POETA.
Con lui il TORO vinse il suo ultimo scudetto nel 1976.
E dopo il calcio eccoci al ciclismo; numerosi gli ex campioni presenti; MARINO VIGNA medaglia d’oro nel 1960 a Roma nell’inseguimento a squadre, ITALO ZILIOLI,vincitore di 40 corse in carriera il mandrogno GIORGIO ZANCANARO tre vittorie al GIRO d’ITALIA, più un Giro di Toscana, il due volte vincitore del GIRO d’ITALIA FRANCO BALMAMION nonchè maglia Tricolore.
I ricordi, gli aneddoti le rimpatriate sportive e non, abbondano in questo clima cordiale e amichevole, cosi’ tra un bicchiere di barbera,una grappa ZILIOLI, un piatto tipico locale,l’ex sindaco di AGLIANO TERME: JOHNNY GIARGIA, cita i suoi trascorsi nella ex RHODESIA oggi ZIBABWE, di quando senza soldi, si prendeva cura nelle pensioni di animali, gestite dagli inglesi dei cani, ospiti, lasciati dai loro proprietari.
Tornando ai giorni nostri, parla della risorsa principale del luogo: il BARBERA; nel modo in cui viene seguito e coltivato per ottenere il massimo della bontà e del miglior gusto possibile, senza dimenticare che ad Agliano esistono anche le TERME; uno stabilimento di 40 postazioni per aerosol ed irrigazioni nasali, particolarmente adatte alla cura di patologie croniche quali:riniti, sinusiti, bronchiti,faringiti ed adenoidi
Mentre il coordinatore dell’evento il giornalista FRANCO BOCCA presenta i commensali, ne approfitto per scambiare due chiacchiere con MARINO VIGNA; l’indimenticabile medaglia d’oro nell’inseguimento a squadre alle olimpiadi di ROMA nel lontano 1960:
Il quartetto composto da: MARINO VIGNA, LUIGI ARIENTI, FRANCO TESTA e MARIO VALLOTTO riuscì a battere nelle semifinali la fortissima UNIONE SOVIETICA che allora era rappresentata da veri professionisti,mascherati da dilettanti,al contrario dei nostri che erano dilettanti, puri stabilendo il record mondiale olimpico, in finale sconfissero la GERMANIA OVEST.
Ma Marino oltre ad essere stato un’ottimo uomo di pista è stato anche un buon corridore su strada: durante la sua carriera conferma:
HO VINTO POCO MA BENE; infatti le sue vittorie:TROFEO LAIGUEGLIA, MILANO TORINO, una tappa a CREMONA del GIRO 1963,una a LOSANNA al ROMANDIA fanno invidia a molti corridori attuali.
Mi piace ancora andare in bici, oggi percorro una cinquantina di km ma non di più, il medico me lo ha consigliato, peccato non me l’avesse detto quando ero professionista.
Tra tutti i compagni di squadra, i corridori che hai diretto (ricordo che VIGNA è stato direttore sportivo di un certo EDDY MERCKX) che cosa ti è rimasto di loro?
Anzitutto la loro amicizia,io ho smesso troppo presto di gareggiare; allora avevo 28 anni e contavo di farne ancora due o tre, il buon FIORENZO MAGNI mi propose di diventare direttore sportivo della FAEMA che proprio quell’anno ritornava alle corse allestendo uno squadrone che comprendeva:
EDDY MERCKX, VITTORIO ADORNI, TONY BAILETTI , GIOVANNI BETTINELLI, EMILIO CASALINI, VITTORIO CASATI, NOEL DEPAUW, GUIDO DE ROSSO, JULIEN DELOCHT,MINO DENTI, LINO FARISATO, LAURO GRAZIOLI, BRUNO MEALLI, ,AMBROGIO PORTALUPI, GUIDO REYBROUCK, GIUSEPPE SARTORE PIETRO SCANDELLI,PATRICK SERCU,LUCIANO SOAVE, JOSEPH SPRUYT, ROGER SWERTS, MARTIN VANDENBOSSCHE, VICTOR VAN SCHILT e LUIGI ZUCCOTTI.
All’inizio ero un po titubante in quanto alcuni corridori erano più vecchi di me e la cosa mi metteva a disagio, poi piano piano mi sono abituato.
Avevo tre anni di contratto e pensavo in quel lasso di tempo di sistemare le mie cose, ma i continui viaggi, gli spostamenti ed il lavoro vero e proprio di D.S. non mi permisero di fare ciò che avevo in mente, cosi’ quando EDDY passò alla MOLTENI, rinunciai a seguirlo. Avevo due bambini piccoli e la FAEMA mi aiutò a trovare un lavoro più consono alle mie esigenze.
Comunque penso di essere rimasto fuori dal ciclismo quattro o cinque anni, poi mi ripescarono e adesso sono ancora qui.
Ma allora il ciclismo è la tua vita?
Sono nato in un negozio di biciclette, all’inizio era un hobby successivamente un lavoro.
E tra la pista e la strada cosa mi dici?
Tutti i corridori dovrebbero iniziare con la pista.
Questa cosa l’ho fatta presente alla federazione ma purtroppo e rimasta inascoltata, i direttori sportivi specialmente nei dilettanti preferiscono avere i corridori con loro tutto l’anno, pronti a farli gareggiare su strada. Adesso finalmente per merito soprattutto di VILLA, dopo anni e dopo aver toccato con mano i risultati ottenuti da australiani, inglesi e tedeschi, si è riusciti sia in campo maschile come in campo femminile a convincere qualche buon corridore a dedicarsi alla pista.
La pista è l’università del ciclismo.
Secondo te c’è qualcuno tra i nostri attuali professionisti che potrebbe regalarci qualche soddisfazione?
VIVIANI per esempio tra i velocisti, oppure TRENTIN, ma quelli che gareggiano nelle squadre WORLD TOUR straniere vengono spesso usati come gregari o, per tirare le volate ad altri e cosi’ si perdono, nelle corse a tappe per il momento possiamo contare ancora su NIBALI nella speranza che ARU finalmente diventi qualcosa di più di una promessa.
Poi secondo me tutte le squadre italiane comprese le 4 professional dovrebbero partecipare a GIRO escluderne qualcuna è controproducente per tutto il nostro movimento.
Per finire com’è il MARINO VIGNA di oggi?
Un vecchietto, un buon vecchietto che frequenta ancora le corse e il mondo dello sport, che nota soprattutto le cose che non vanno, specialmente nel settore dei più giovani, io non ho una medicina per guarire tutto il settore, però bisognerebbe sedersi intorno ad un tavolo e discuterne altrimenti avremo soltanto un ciclismo dei vecchi ed un ciclismo dei bambini.
Un po’ triste ma assolutamente veritiera questa affermazione di Marino che, in quanto a ciclismo, sia pedalato che ragionato non teme di confrontarsi con altri tecnici e appassionati.
Dopo la sua brillante carriera sui pedali sia in pista che su strada, non si è mai estraniato dal ciclismo continuando a frequentarlo come potete leggere nella brillante intervista del collega Trovati, nelle vesti di direttore sportivo di grossi Campioni ma anche di Dirigente Federale nella Lega del Ciclismo Professionistico.
E Marino l’ho frequentato moltissimo anche nel campo del ciclismo giovanile. A Corsico dove in collaborazione con la ex del Pedale Rosa, Rossella Galbiati, organizzava incontri con le scolaresche del territorio incontri ai quali partecipava anche un certo Felice Gimondi, grande Amico di Marino.
Ma lo vedevo attento ed interessato anche a molte gare ciclistiche giovanili, dagli juniores nel lodigiano, nel milanese, nel varesotto, agli Under 23 ed Elite nell’alessandrino, nel milanese nel novarese oltre che, naturalmente, in tantissime gare professionistiche.
Ma anche al “Bianchi Cafè” di Milano dove spesso si discute di bici e ciclismo.
Insomma un’ex, uno sportivo, un Amico a 360 gradi che poi aiuta un po’ tutti riuscendo a coinvolgere in alcune manifestazioni ex Campioni del calibro di Felice Gimondi, Eddy Merckx e i tanti Zilioli, Balmamion, Adorni, Bailetti e tanti e tanti ancora.
Un Tecnico del quale ha ancora bisogno il nostro ciclismo e qui ritorniamo all’ultima riga dell’intervista di Aldo Trovati : “Io non ho la medicina per guarire tutto il settore però, bisognerebbe sedersi intorno ad un tavolo e discuterne altrimenti, presto, avremo un ciclismo di vecchi ed un altro di bambini.
Praticamente, senza avvenire”.
da AGLIANO TERME PER PEDALE TRICOLORE
ALDO TROVATI e VITO BERNARDI