Brunello, 31 Maggio 2018
Intervista a Vittorio Algeri (Mitchelton Scott)
Un gran saluto a tutti gli sportivi che ci seguono su PEDALE TRICOLORE; oggi vi proponiamo un’intervista fatta con il d.s.Vittorio Algeri, pochi giorni dopo la conclusione del GIRO d’ITALIA, sulla sua squadra MITCHELTON SCOTT; sia per quanto è accaduto durante nostro giro nazionale, sia per quanto sarà il prossimo TOUR, la corsa a tappe più importante dell’anno,
Siamo in tre io, Aldo Trovati, Il direttore del giornale on line PEDALE TRICOLORE, Vito Bernardi ed il nostro fotografo Giuseppe Castelli detto Kia che alle ore 11 di giovedi 31 maggio ci troviamo a Brunello in provincia di Varese nel quartier generale della MITCHELTON SCOTT, squadra australiana ma di forte matrice italiana per scambiare quattro chiacchiere con il d.s.; ma forse è meglio chiamarlo factotum Vittorio Algeri ex campione nazionale a Legnano nel 1984.
Si inzia subito a parlare di quello che è stato il GIRO e della prestazione di Simon YATES che ha mancato per un soffio la vittoria finale.
Lo spunto viene dato dal Direttore; Vito Bernardi che nella grande sala riunioni dove campeggiano tutte le maglie della MITCHELTON SCOTT, insieme ai trofei vinti, sottolinea la mancanza della MAGLIA ROSA finale.
Il buon Vittorio dice: si è vero, ci manca e la cosa ci brucia, anch’io avevo sperato nella vittoria finale, un pò meno dopo, la cronometro in quanto avevo notato in Yates dei piccoli segnali di cedimento, ma ditemi chi si aspettava un’impresa del genere da parte di Froome, non dimenticate poi che alla partenza, il capitano designato era CHAVES. E comunque abbiamo fatto un Giro alla grande e ne siamo orgogliosi.
Ora ci prepariamo al TOUR DE SUISSE prima di affrontare l’altro TOUR, quello di Francia che correremo con la maglia LETS’GO SCOTT ; non è niente altro che una società del gruppo MITCHELTON che, comprende anche diversi alberghi e resorts in Australia.
La pubblicità che ogni vittoria o piazzamento ottenuto dalla squadra in Europa, automaticamente viene ripreso dai media in Australia ed il nostro General Manager Shyne Bannan e‘ molto soddisfatto del comportamento dell’Equipe .
Anche Vittorio Algeri come altri dirigenti e responsabili di squadre di primo livello, da noi in passato interpellati, hanno sottolineato l’alto costo delle squadre WORLD TOUR; primo fra tutti ovviamente lo stipendio dei corridori; ma questo non sarebbe il male peggiore; vi sono costi aggiuntivi; quali, per esempio, la partecipazione obbligatoria a trasferte, in luoghi dove pubblicitariamente il ricavato è zero e che, certe squadre ne farebbero volentieri a meno, ma che per la famosa clausola sottoscritta:” diritto dovere”sono costrette ad effettuarle.
Vi sono poi: la quota da versare per ottenere la licenza World Tour, la quota da versare per la lotta al doping, più di 100 persone ad AIGLE il cui stipendio viene pagato direttamente dalle squadre ciclistiche.
Io che vengo dalla vecchia guardia e ricordo bene come giravano le cose intorno agli anni 70, mi auguro soltanto che possa durare, i budget odierni per il nostro sport sono veramente alti.
Una cosa buona che noi abbiamo e che in altri stati non c’è e la PENSIONE.
Adesso senza farla lunga, posso dirvi che dopo un tot di anni, grazie ai contributi versati noi ex, percepiamo una pensione; io stesso ne sono titolare.
E’ una cosa che esiste solo in Italia e nel ciclismo che, a mio giudizio dovrebbe essere estesa a tutti gli altri sport, perchè la vita di uno sportivo non è eterna, inoltre si possono fare ricongiungimenti con altri lavori praticati prima, o dopo.
Potremo restare tutto il giorno a parlare con Vittorio; ogni sua parola ci rivela qualcosa a noi sconosciuto che, ci aiuta a capire questo mondo del ciclismo dietro le quinte ed è un peccato concluderlo, ma purtroppo il tempo è tiranno. Vittorio deve preparare il suo lavoro per la MITCHELTON SCOTT, le trasferte i vari passaggi delle ammiraglie i cambi da effettuare, i corridori da impiegare ecc. ecc. noi nostro malgrado dobbiamo fare ritorno in redazione; ma una cosa desidero ancora segnalare; il d.s. della prossima LETS’GO Scott è favorevole alle radio in corsa, in quantoil direttore sportivo assume un ruolo più importante nello svolgimento della competizione e se sbaglia, pagherà in prima persona.
Un pò come gli allenatori di calcio, sono loro che dirigono dalla panchina i vari moduli e le varie strategie; nel ciclismo non ci sono poi tante strategie; sei hai la gamba vai se no, resti al palo.
Tuttavia un’oculato consumo di energie, un buon consiglio, una parola data al momento giusto,tempestivamente da una persona esperta e vissuta, vale molto di più di certe tattiche studiate a tavolino; quelle saranno i corridori in gara a crearsele.
Ma l’allenatore in ammiraglia avrà il suo spazio e sarà più dentro nella corsa.