GUIDIZZOLO , 14 Aprile 2017
Intervista ripescata dall’archivio ma sempre attuale per il contenuto
Tutto pronto in casa del Ciclo Club 77 per la cerimonia di presentazione della nuova squadra giovanissimi e al tempo stesso per dare il via a quelli che saranno i festeggiamenti per il quarantennale del sodalizio.
Ospite d’onore, ad esempio, della serata, prevista il prossimo 16 marzo dalle 20,30 nella sala convegni dell’Idromeccanica Lucchini di Guidizzolo, sarà Valerio Piva team maneger della formazione professionistica Bmc.
“Per me – spiega il campione di ieri e il tecnico oggi – essere al fianco di questi ragazzi e ragazze ha un grande significato, qui é cominciato tutto.
Guidizzolo é il mio paese e anche se ormai da 25 anni non ci vivo più rimane per me un punto fisso della mia vita.
Qui ho iniziato per divertimento a pedalare e poi grazie a Gilberto Pozzi ho iniziato a correre.
Ora gente come Adriano Roverselli e Claudio Cervi continuano a portare aventi questa tradizione e ogni anno il venire qui mi fa rivivere le stesse emozioni che provavo quando ero giovane ed ero seduto al posto di questi ragazzini, stavo per iniziare questa grande avventura che ha poi e fino ad ora ha coinvolto tutta la mia vita”.
Pensi che il ciclismo oggi sia ancora in grado di creare stimoli per un giovane che voglia avvicinarsi a questa disciplina?
“Io penso che forse i giovani si avvicinano meno che in passato al nostro sport perché non lo conoscono più, il mondo non sta più andando in bicicletta, ma in aereo.
Tutto é diventato super veloce, secondo me bisognerebbe tornare ad andare a dei ritmi più umani e la bicicletta é un mezzo di trasporto eccezionale.
C’e bisogno soprattutto di promozione e di infrastrutture dove i giovani possano avvicinarsi a questo sport in sicurezza e poi i giovani si avvicinano allo sport spinti dall’immagine di idoli, forse negli ultimi anni soprattutto in Italia mancano grandi campioni per attirare e entusiasmare di nuovo i giovani”.
Da tecnico ti è mai capitato di dover dire ad un giovane “cambia sport perché il ciclismo non è nelle tue corde”?
“Tante volte, ma il più delle volte l’ho dovuto dire ai genitori. Ho dovuto dire loro non solo che il figlio non aveva il ciclismo nelle corde come dici tu ma tante volte ho dovuto dire che il loro figlio non amava questo sport, ma lo praticava solo per fare piacere a loro. Se i sacrifici che si devono costantemente fare pesano é meglio cambiare, se quello che fai non lo fai per te stesso ma per fare piacere a qualcuno d’altro a lungo andare sei perso, se non ami questo sport non arrivi da nessuna parte”.
Con la squadra che hai costruito punterai quindi più su gare di una giornata oppure sulle tradizionali classiche a tappe?
“Con un campione come Greg Van Avermaet é chiaro che uno degli obbiettivi principale del 2017 sono le Grandi Classiche, da buon Fiammingo lui sogna il Giro delle Fiandre e penso onestamente che sia uno dei favoriti. Le corse Monumento sono sempre l’obbiettivo principale di una grande squadra quindi noi della Bmc abbiamo costruito attorno a Greg un gruppo di grandi gregari capaci di stargli vicino e di aiutarlo a vincere. Naturalmente senza dimenticare Il Tour de France dove con un corridore come Porte abbiamo uno dei favoriti. Il Tour é l’appuntamento ciclistico mondiale più seguito dai media, quindi il più importante per i nostri sponsor. Stiamo già lavorando da lontano per arrivare alla partenza di questa grande corsa con i migliori atleti al top della condizione fisica e mentale per potere raggiungere il migliore successo possibile”.
Quale dei tuoi ragazzi ritieni possa disporre delle maggiori chance per conferma le proprie potenzialità?
“Penso che Van Avermaet e Porte siano i nostri campioni pronti a raccogliere dei grandi risultati , assistiti da un pó di fortuna quest’anno potrebbero centrare i loro obbiettivi e vincere le corse che da sempre sognano e che cambiano una carriera , senza dimenticare i nostri giovani Küng, Dennis, atleti di grande potenziale. Da buon italiano spero anche che i nostri De Marchi, Caruso, Oss possano confermare con delle vittorie ad alto livello il loro potenziale”.
Il ciclismo è uno sport di squadra che esalta le caratteristiche del singolo. Di conseguenza nel ruolo di tecnico dai più rilevanza al lavoro di gruppo oppure sapendo che ogni atleta ha le sue caratteristiche umane e tecniche prediligi studiare percorsi specifici?
“Un grande campione può vincere anche da solo, ma con una buona squadra può vincere di più e meglio. Il gruppo é importantissimo, negli ultimi anni il ciclismo é cambiato molto, una volta il tecnico parlava e il corridore obbediva, oggi bisogna sapere sempre rispondere ai perché. Perché devo lavorare per lui, perché devo sacrificare le mie chance, anch’io vado forte e merito di essere aiutato .…. a tutte queste domande noi tecnici dobbiamo dare una risposta. Quando hai un campione é facile, tutti sanno che se lavori per lui e poi lui vince tutti hanno vinto e la squadra premia tutti. Quando non hai il grande campione allora devi lavorare di più sulle caratteristiche umane e tecniche di ognuno. Qui diventa molto importante creare un gruppo affiatato e motivato che lavorando insieme riesca ad ottenere il massimo dei risultati anche a scapito dell’individuo”.
Paolo Biondo