Da sinistra

Doha, 11 Ottobre 2016

Da sinistra
Da sinistra Van Dijk, Neben e Garfoot, podio cronoindividuale Donne Elite

Maglia Iridata alla Statunitense Amber Neben

Amber Neben torna sul tetto del mondo nella cronometro individuale a distanza di 8 anni e aggiunge un’altra nota di eccezionalità ad una vita contrassegnata dalle emozioni forti.

E’ lei la vincitrice dei Mondiali di Doha in una gara che ha visto via via uscire di scena dalla lotta per la vittoria tutte le migliori.

La 41enne statunitense, infatti, è partita attorno alle 14 (ore locali), con il primo gruppo.

Ha fatto segnare il miglior intertempo a tutti i rilevamenti e tagliato il traguardo con ampio margine sulle altre già arrivate.

Ma, nonostante il blasone di un titolo conquistato otto anni fa, ben pochi avrebbero scommesso sulla sua vittoria, dovendo ancora partire tutte le migliori a cominciare dalla grande delusa delle Olimpiadi, Ellen Van Dijk.

L’olandese è apparsa subito in grado di superare il tempo della Neben: terza al primo rilevamento, prima a quello successivo, sembra lanciata verso l’iride.

Invece nel secondo giro sconta il caldo ed evidentemente le scorie di una stagione lunga e faticosa.

Taglia il traguardo con un ritardo di 5”99: la Neben capisce in quel momento di aver fatto qualcosa di importante.

Ma il pathos della crono non si esaurisce con l’arrivo dell’olandese.

Tutte le atlete dell’ultimo gruppo appaiono sempre sul punto di prendere il vantaggio decisivo.

Ci prova l’australiana Katrin Garfoot, ma chiude al terzo posto, ad 8″; nulla da fare anche per la russa Olga Zabelinskaya, quarta ad 11″.

Male anche la Van der Breggen partita per ultima ma lontana dai suoi tempi migliori e alle prese con problemi alla bici.

Per gli Stati Uniti, così, si prospetta una giornata trionfale, con due titoli conquistati e la dimostrazione di una forza complessiva di movimento da far invidia.

Elena Cecchini in azione
Elena Cecchini in azione

Buona la prova di Elena Cecchini, che è partita, come ricordato, in sostituzione di Elisa Longo Borghini. L’azzurra ha corso costantemente attorno alla decima posizione, chiudendo la sua prova in 39’07″32, che vale il 15° posto a 2’30”.

“Devo dire che sono doppiamente soddisfatto – ha detto al termine Dino Salvoldi –. Prima di tutto perché ho potuto allineare Elena al via, in sostituzione di Elisa; è un bel segnale di maturità e di esempio per il nostro movimento.

Poi perché la prestazione è stata all’altezza delle aspettative.

E’ partita un po’ troppo titubante, soprattutto nei primi 7 km., forse perché alle primissime esperienze su questa distanza. Poi ha corso una buona crono, attestandosi sui tempi e sul risultato che più o meno avevamo preventivato.”

Un’ultima parola la merita ancora la neocampionessa del mondo, che a 41 anni si toglie la soddisfazione di vincere un titolo mondiale e di riportare sul gradino più alto del podio gli USA a distanza di 7 anni.

Lei che questo titolo l’aveva vinto nel 2008, lei che a 4 anni rimase in coma per 3 giorni a causa di una meningite e che a 32, un anno prima del successo di Varese, sconfisse un melanoma; una speranza e un monito per tutti: lo sport può veramente compiere miracoli.

Nessun rimpianto per la grande sconfitta Van Dijk: “Non sono sicuramente contenta del risultato – ha detto in sala stampa – ma non posso rimproverarmi nulla: ho dato tutto lì fuori..”

Da sinistra
Da sinistra VanDijk, Neben e Garfoot, Podio Mondiale cronoindividuale Donne Elite

Ordine di arrivo

1. Neben Amber (Usa) 36’37”04;

2. Van Dijk Ellen (Ned) a 5”99;

3. Garfoot Katrin (Aus) a 8”32;

4. Zabelinskaya Olga (Rus) a 11”52;

5. Van Vleuten Annemiek (Ned) a 25”79;

6. Brennauer Lisa (Ger) a 57”59;

7. Worrack Trixi (Ger) a 1’11”14;

8. Duyck Ann-Sophie (Bel) a 1’27”96;

9. Pawlowska Katarzyna (Pol) a 1’36”49;

10. Amialiusik Alena (Blr) a 1’41”59;

15. Cecchini Elena (Ita) a 2’30”28

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Di Bernardi Vito

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