Firenze, 05 Maggio 2020
Ricordiamo il grande Campione Gino Bartali a 20 anni dalla morte
Gino Bartali è stato uno dei più grandi campioni del ciclismo Italiano ma anche di quello Mondiale e non solo per le sue 126 vittorie conquistate in 20 anni di attività nel ciclismo professionistico vincendo Giri d’Italia, Tour de France, Milano Sanremo, Giri di Lombardia ed un’infinità di altre gare.
Un Campione di umanità contribuendo al salvataggio di persone perseguitate dai nazisti che occupavano l’Italia, Campione di Umanità per la fiducia che emanava nei confronti di chi lo avvicinava.
Pensate che nel Tour del 1948, quello che stava vincendo sull’Izoard, venne affiancato da un giovane ragazzo che gli passò tre banane, una forma di incitamento quasi famigliare e, non si è mai saputo chi fosse quel ragazzino.
Una vittoria quella del Tour 1948 “Miracolosa” perchè calmò gli animi di alcuni Italiani agitati da un attentato politico tanto che, Alcide De Gasperi, senza dubbio il nostro più grande ed intelligente Uomo di Stato degli ultimi 70 anni, volle ricevere a Palazzo Chigi per complimentarsi con lui per la vittoria e ringraziarlo per avere contribuito a non gettare l’Italia in una nuova disavventura fratricida tanto che De Gasperi chiese a Bartali cosa potesse fare per lui!
Gino Bartali nacque a Ponte a Ema in provincia di Firenze il 18 luglio 1914 e, dopo essersi laureato Campione d’Italia tra i dilettanti (allora GIL), Gino approdò al professionismo rimanendo fedele ai colori della “Legnano” per ben 13 stagioni.
50 maglie rosa al Giro, 23 maglie Gialle al Tour, 7 Volte azzurro ai Mondiali, maglia iridata che, purtroppo non vinse mai tanto che fu coniato il detto : “Non è il Mondiale che manca a Bartali ma Gino Bartali che manca al Mondiale”
Fu, almeno, lo è tutt’ora, l’unico corridore ad avere vinto il Tour due volte a distanza di 10 anni uno dall’altro facendo pensare anche al dramma dell’interruzione agonistica avvenuta nel periodo della 2° guerra mondiale, senza questo tragico avvenimento, quante gare in più avrebbe vinto Bartali?
“Ginettaccio” (soprannome assolutamente non offensivo), era soprannominato “Il Pio” per la sua forte devozione cristiana ma, era anche “L’Uomo di ferro” per la sua caparbietà a non demordere mai.
Senza mai sbandierarlo, aveva fatto del bene a molti mettendo anche in pericolo la sua stessa vita. Ma non lo rivelò mai a nessuno, nemmeno ai famigliari.
I particolari furono conosciuti solo a guerra terminata e rivelati da alcuni ebrei salvatisi grazie alla collaborazione che Bartali offrì a questa causa tanto che anche il Sommo Pontefice di allora, Pio XII lo dichiarò pubblicamente in una manifestazione dell’Azione Cattolica, Associazione alla quale Bartali apparteneva.
Quando cominciò a ricevere tante congratulazioni da tantissima gene, era solito rispondere che : Le Medaglie si appuntano nell’Anima e non sulla giacca!
Cattolico devoto e praticante amava moltissimo la Famiglia quella solida, tradizionale e normale di un tempo. Era un Terziario Francescano col nome di “Fra Tarcisio” ed era devoto a Santa Teresa del Bambin Gesù tanto che sul manubrio della sua bici aveva incastonato la medaglietta della Santa che in seguito arricchì con quella del Santuario della Madonna del Ghisallo assunta al Titolo di Patrona di tutti i Ciclisti ed inaugurata con una fiaccolata da Roma a Magreglio con Fausto Coppi e Gino Bartali come ultimi due Tedofori.
Quando Bartali morì fu deposto nel feretro coperto dal saio francescano come era suo desiderio.
Era un brontolone come si dice in gergo ma era un brontolone bravo, affettuoso, umano, cristiano nel vero senso della parola e il suo borbottio più famoso : Lè tutto sbagliato, lè tutto da rifare, lo diceva si ma, sempre con spirito estremamente contributivo e collaborativo.
Personalmente lo ricordo vagamente, L’ho visto solo due volte da corridore, entrambe le volte in circuiti post Giro d’Italia a Legnano ed a Busto Arsizio che si svolgevano in orari serali, non c’era ancora l’ora legale e la semioscurità e la strepitosa presenza di pubblico, ti rendeva un po’ difficile la visibilità.
Ma quello che è stato, quello che ha fatto e, sopratutto come si è sempre comportato, restano nel cuore e nella mente di tutti noi.
Ciao Gino Bartali, Grande Campione, Grande Italiano!
Servizio a cura di : Vito Bernardi
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