Fausto Coppi

Pavia, 05 Giugno 2020

Ambrogio Rizzi (Foto di Aldo Trovati)

Aldo Trovati intervista Ambrogio Rizzi

Un saluto a tutti gli sportivi di PEDALE TRICOLORE, purtroppo ancora per le note ragioni del covid 19 non possiamo raccontarvi di come si sono svolte le corse ciclistiche, eccezion fatta per il GIRO DEL VIETNAM unica competizione che si disputa in questo periodo e della quale il nostro giornale si  occupa in modo dettagliato con servizi giornalieri.

Quest’ oggi intervistiamo AMBROGIO RIZZI: giornalista, fotografo ed autore insieme a MARCO MARANDO di “INSEGUENDO UN SOGNO” un bellissimo libro sul ciclismo femminile del quale ci siamo già occupati in passato.

 

  Ambrogio raccontaci la tua passione per il ciclismo:

 

la mia passione per il Ciclismo nasce in famiglia, mio padre era un grande appassionato,  già da quando avevo 6 anni.

            Il 19 marzo di ogni anno mi portava a vedere il passaggio della Sanremo a Pavia, era una grande festa che finiva poi al ristorante, a quei tempi  cosa rara. Lui aveva una grossa moto tedesca DKW con la quale seguiva da semplice appassionato le tappe di montagna del Giro.

            Allora avevo poche opportunità di vedere le corse dal vivo, se non qualche passaggio

            della corsa ROSA nelle vicinanze. Creavo da solo con la mia fantasia le corse attraverso, le classiche e i grandi giri, con i ‘tollini’, i tappi a corona delle bibite, mi piaceva disegnare e colorare a tempera le sfumature delle maglie da inserire poi nei tappi.

          

I tollini

Insieme agli amici, per Giro e Tour calcolavamo i tiri di distacco, come fossero i secondi, su un quaderno,  curavamo ordini d’arrivo e classifiche.

Ad undici anni mio padre mi regalò una vera bici da corsa: un’ATALA fatta su misura, ed allora si che con gli amici iniziammo ad organizzare delle vere e proprie corse.

 

Quale è stato o quali sono stati i corridori che amavi di più:

 

  Dopo Coppi, il mio preferito era Charly Gaul.

A tal proposito il mio ricordo personale del grande FAUSTO non è legato ad un COPPI in maglia biancoceleste della BIANCHI che rese leggendaria, ma con la casacca bianca della sua ultima squadra:la TRICOFILINA COPPI, l’ultima sua estate da professionista.

            Purtroppo non gli riusci di indossare la maglia della SAN PELLEGRINO, maglia dal colore dell’aranciata che l’attendeva nel 1960 la stagione successiva.

 

Era l’agosto del 1959, mio padre mi portò a CHIGNOLO PO dove si svolgeva una kermesse pre mondiale denominata “IL CIRCUITO DEGLI ASSI”.

            Da tempo erano stati allestiti in paese grandi manifesti che ritraevano i nomi a  lettere cubitali di COPPI, BALDINI, NENCINI e via via di dimensioni più piccole quelle di tutti gli altri partecipanti alla manifestazione.

            Per tutta la settimana precedente l’attesa era spasmodica con ansia attendevo quel giorno;vedere il mio campione preferito il mio eroe sulle due ruote,giocavo con i tollini simulando la gara  che avrei visto di li a poco, tracciavo col gesso sul cemento con la mia immaginazione il circuito della corsa.

 

Finalmente giunse la domenica tanto attesa.

            Arrivammo sul posto abbastanza in anticipo, una folla multicolore lambiva la strada,molti portavano un cappello di carta a bustina tipo muratore con la scritta FAEMA.

 

            In uno spiazzo alcuni ingannavano l’attesa giocando a bocce su una tavola improvvisata, altri si tuffavano su grandi fette di anguria, da lontano si sentiva il suono di una fisarmonica intonare un valzer lento.

 

   Al primo passaggio del gruppo già cercavo quella magica maglia bianca, al successivo cinque fuggitivi, ma la maglia bianca TRICOFILINA COPPI non era quella del mio idolo ma quella di GISMONDI.

Fausto Coppi

            Dopo una ventina di tornate del breve tracciato vidi FAUSTO COPPI fermarsi poco distante da me; aveva rotto il sellino e si stava ritirando; che sensazione vederlo cosi’ da vicino, poterlo quasi toccare con le dita della mano.

   Poco dopo questa grande emozione ritornammo a casa, il giorno successivo venni a sapere dai giornali che la gara era stata vinta da ERCOLE BALDINI, ma per me era già finita prima in quel magico momento.

 

Dai Ambrogio continua con il tuo racconto, dicci qualcosa del ciclismo femminile tu che sei un profondo conoscitore del settore:

 

La mia passione per il Ciclismo femminile inizia nel 2006, la televisione cominciava a trasmettere in differita la tappe del giro e subito mi ‘innamorai’ (ciclisticamente) di Nicole  Brändli; feci la sua conoscenza ad una tappa del Giro Rosa e diventammo amici, in seguito nacque un amicizia anche per la sua avversaria tradizionale Edita Pucinskaite, da allora iniziai a seguire le corse di ciclismo femminile, in Italia e in Europa.

Nel 2010  entrai  a far parte, non solo come fotografo della redazione del mensile francese ‘Café du Vèlo’ di cui curo anche la pagina fb in italiano, e nel 2018 con Marco Marando pubblicammo  il libro ‘Inseguendo un sogno – Intervista al ciclismo femminile’. Con il medesimo editore del mensile sopra citato.

            Oggi, collaboro alla parte fotografica di ‘Performances du Cyclisme femminile’, un annuario del giornalista Alfred North, di oltre 600 pagine con tutti i risultati della stagione, arrivato alla 33esima edizione.

Aggiungo inoltre che nel 1969 iniziai a lavorare per la PUBBLIFOTO in via Bramante a Milano e fu proprio in quell’agenzia fotografica che realizzai il mio sogno: seguire il CICLISMO come parte attiva in tutti i suoi settori.

 

 

Oltre al ciclismo cosa ti piace:

 

 

Sono appassionato di JAZZ negli anni 70 ero collaboratore della rivista francese JAZZ MAGAZINE,ricordo anche di aver ceduto qualche foto alla rivista italiana della RUSCONI EDITORE MUSICA JAZZ.

           

           

            E con queste ultime righe congediamo AMBROGIO RIZZI nostra collega ed amico, invitandolo ad inviarci il pezzo sul quale stà lavorando: CICLISMO SU PISTA la storia delle sei giorni; perchè l’Ambroes non è un tecnico settoriale ma un poliedrico.

 

  dalla redazione di PEDALE TRICOLORE

            ALDO TROVATI

 

 

 

 

 

Di Bernardi Vito

Il mondo del cilcismo locale e nazionale ha trovato una nuova e qualificata vetrina online. Si tratta del sito www.pedaletricolore.it, fondato e diretto da Vito Bernardi, giornalista pubblicista, conosciuto da tutti nell'ambiente delle due ruote. Nelle sue pagine, Bernardi raccoglie notizie, comunicati stampa, immagini di corse, atleti, società, dirigenti, e la più ampia informazione su quello che accade quotidianamente nell'Alto Milanese, ma anche a livello nazionale ed internazionale